Fisioterapia

Sono note le differenti correnti di pensiero e di scuola fisioterapica. Non vogliamo assolutamente entrare nel dettaglio di ogni singola impostazione, ma raccomandiamo alcuni principi generali.

Non è possibile che esista un solo metodo buono per tutte le patologie: la fisioterapia non é magia né un dogma. Neppure é corretto pretendere da un genitore una scelta accettando un metodo sul tipo "prendere o lasciare".

Si raccomanda innanzi tutto apertura mentale: ovvero comprendere la dinamica e l'evoluzione della paralisi ostetrica ed accettare che esiste la possibilità di applicare con profitto metodi tra loro diversi e, a volte, e con maggiori possibilità, avvalendosi anche dell'aiuto della chirurgia.

La terapia sarà poi differente a secondo del tipo di paralisi e a secondo che il bambino sia stato già sottoposto ad intervento o meno.

L'attenzione e la discussione per ognuno dei punti qui sotto descritti non deve mancare in nessuno dei trattamenti prescelti, perché questi elementi verranno invariabilmente incontrati nella riabilitazione di una paralisi ostetrica, a qualunque metodo riabilitativo ci si affidi.

Abbiamo potuto osservare centinaia di bambini rieducati con le diverse tecniche: al pettine tuttavia arrivano poi gli stessi nodi. Tanto vale affrontarli subito cercando di scioglierli.

OBBIETTIVI (clicca per consultare)

GLOSSARIO

prevenzione della contrattura in intrarotazione

Parlando delle sequele di spalla nelle paralisi C5-C6 è sicuramente questo il punto fondamentale. E' soprattutto nel corso del primo anno, in cui i muscoli extrarotatori sono deficitari, che si gioca gran parte della partita relativa allo sviluppo della spalla. Raccomando l'esecuzione di almeno un ora al giorno (da dividersi in intervalli ad es. dopo i pasti) di stretching passivo in rotazione esterna. Il braccio deve essere addotto al torace ed extraruotato a gomito flesso. Bisogna fare attenzione a fare ruotare l'omero e non eseguire il movimento forzando sul gomito: si potrebbero avere lesioni della capsula articolare del gomito e, quel che più conta, l'esercizio non ha alcuna efficacia sulla spalla.Se il braccio riesce ad essere portato in parallelo al torace l'angolo passivo è di 90°. Se il braccio é perpendicolare al torace l'angolo è di 0°. L'angolo passivo, con la crescita del piccolo, tende a ridursi. Quando scende a 20-30° le possibilità di una ripresa con la fisioterapia sono nulle, ed é bene che venga eseguito un intervento di release del sottoscapolare, che riporta l'angolo a valori di 70-80°, in modo da poter riprendere utilmente il trattamento.

stimolazione sul fianco e a pancia sotto

utile modalità per facilitare una latente flessione del braccio al gomito e per valutare quanto del movimento è attivo o quanto é dovuto alla gravità.

gattonamento

è un obbiettivo molto considerato dai terapisti in generale. I piccoli con paralisi ostetrica però potrebbero, a secondo della gravità del quadro, della capacità della dorsiflessione di polso o della deformità in flessione di gomito, assumere questa posizione in modo erroneo.

bendaggio funzionale

é una tecnica che consiste nel facilitare, mediante un bendaggio a spirale che va dalla mano al gomito, la supinazione dell'avambraccio e la flessione del braccio. Il bendaggio può essere effettuato con cerotto di carta o con striscioline di velcro.

terapia di restrizione con il guanto

utilizzabile nelle paralisi alte, quelle con mano buona. Per brevi periodi si mette un guantino tipo manopola (con le quattro dita insieme) sulla mano del lato sano perché il bimbo, privato così della sensibilità, si sforzi di usare il braccino "malato". Il presupposto di questa tecnica é che la mano sia normale e va utilizzato in una paralisi con buon recupero funzionale, altrimenti si genera un continuo senso di frustrazione del piccolo, comprensibile perchè tutti gli richiedono un compito per lui impossibile da eseguire.

stimolazione sensitiva e motoria della mano

particolarmente utile nelle paralisi totali in fase di recupero. Ciò che va evitato è che il bambino percepisca la mano malata come estranea, dando il via a fenomeni di automutilazione. La mano va continuamente trattata con stimolazioni tattili e visive, affinché il bimbo la senta e la veda come sua.