Spasticità
Si ha in seguito ad una grave sofferenza della corteccia cerebrale o del midollo spinale, dovuta ad insulti ischemici o traumatici.
Si parla di spasticità diffusa quando tutti i segmenti corporei presentano le alterazioni tipiche (rigidità, iperreflessia, spasmi in flessione) e di spasticità focale quando le alterazioni sono confinate ad un solo arto o, meglio, solo alla mano o al piede.
Per la spasticità diffusa si tende ad impiegare un trattamento farmacologico mediante un dispositivo che immette nel liquor cerebrospinale il Baclofen, farmaco dalla potente e selettiva azione antispastica.
Nella spasticità focale, a secondo dei gradi di gravità, si utilizza o un farmaco, come la tossina botulinica, o si ricorre all'aiuto della chirurgia. Si possono effettuare allungamenti e trasferimenti tendinei, reinserzioni tendinee di equilibrio, o neurotomie totali o parziali di alcuni nervi (iponeurotizzazioni).
Per lo spasmo bilaterale intrattabile degli arti inferiori si esegue la neurotomia otturatoria, per avere la possibilità di fare una adeguata igiene della persona e, se la funzione della vescica è compromessa, si può eseguire una DREZotomia microchirurgica.
Il tipo di intervento è il medesimo già descritto per il dolore nelle avulsioni del plesso brachiale e lombare e, viene effettuato a livello lombare da entrambi i lati.
E' importante però ricordare come questa chirurgia faccia tutt'altro che miracoli e sia volta ad attenuare gli aspetti più invalidanti della spasticità. Nei gradi estremi e specie nell'arto superiore é assai improbabile che il paziente abbia un recupero effettivo della funzione, anche se, talora, il togliere le deformità più invalidanti si può tradurre in un esito positivo sulla funzione dell'arto.